Con la preziosa collaborazione dell’Amministrazione Comunale e con un cospicuo finanziamento del Lions club di Narni è stato portato a termine un service particolarmente prestigioso sotto l’aspetto storico ed artistico-culturale rendendo ancor più attrattiva la già splendida città medievale di Narni . Il “Turner tour” e “Narni com’era” erano già stati auspicati, dal nostro club, in occasione del Convegno dal titolo: ”Il passaggio dei Plenaristi nei territori dell’Umbria meridionale” nell’Aprile del 2019. Ed oggi, finalmente, presso la sala del “Digipass” del Comune di Narni, il “Tour” è stato presentato alla cittadinanza dal Sindaco Lorenzo Lucarelli e dal Presidente del Lions club di Narni Gianluca Gambini. Le varie tappe del progetto, dalla ideazione, alla progettazione sino alla fase realizzativa sono state illustrate dal responsabile del settore Turismo e cultura del Comune di Narni, dott. Filippo Andrea Rossi e da Mariangela Fortunati, figlia del compianto Ing. Fortunati, il vero promotore, studioso appassionato ed anche illuminato ideatore di un percorso pittorico “en plein air” che rimarrà negli anni come preziosa memoria del suo grande impegno e dell’incondizionato amore per la sua amata Narni.
In vari punti della città sono state collocate targhe con la riproduzione di disegni e dipinti che gli artisti realizzarono durante il loro percorso tra vie, borghi e piazze. Ma ciò che rende ancor più attraente e suggestiva la visita da parte del turista è rappresentato dal fatto che le targhe sono state poste nello stesso punto prospettico in cui l’artista ebbe modo di realizzare l’opera pittorica, dando cosi modo al visitatore di rivivere il luogo ripercorrendo un viaggio a ritroso nel passato, potendo apprezzare il fascino della Narni ottocentesca e le modifiche che il paesaggio circostante ha nel frattempo subito negli anni.
Tra il 1700 ed il 1800 i Plenaristi iniziarono a dipingere dal vero, a diretto contatto con la natura, quindi al di fuori dei loro atelier. Davano così un nuovo impulso alla pittura europea e dipingevano con tecniche particolari, spesso olio su carta, delle immagini quasi realistiche di evocativi paesaggi italiani, nei decenni precedenti all’utilizzo della fotografia.
Tra questi artisti, Joseph Mallord William Turner è il principale e più celebre pittore di paesaggio romantico inglese. Benché sia Venezia il soggetto che ha goduto di maggior fortuna nella produzione dell’artista, Turner ha toccato, nei suoi molteplici viaggi in Italia (1819-1820; 1828; 1833; 1840; 1843), tutte le mete codificate dalla tradizione del Grand Tour, fra cui Roma, Napoli, Firenze. Il viaggio più lungo e articolato nella penisola è il primo, compiuto fra l’agosto del 1819 e l’inizio del 1820. Turner ha 44 anni, è un pittore pienamente affermato; nonostante questo il soggiorno in Italia è ancora sentito come imprescindibile per un artista, in particolare per uno dedito alla rappresentazione della natura. Da questi sei mesi ‘italiani’ Turner riporta in patria centinaia di disegni, soprattutto a penna e matita, raccolti in 23 taccuini. Sono schizzi veloci che fissano sulla carta, per lo più in modo sommario, le linee essenziali dei luoghi e degli edifici, i rapporti spaziali fra gli elementi di una veduta e pochissimi dettagli. Assenti i dati atmosferici che l’artista avrebbe probabilmente integrato a memoria nel caso di rielaborazione del soggetto in opera finita. Si tratta, come li definì il pittore, di “crudi abbozzi”, veri e propri appunti, a tratti quasi stenografici, a uso esclusivamente personale, che dicono molto però sul modo di lavorare e sugli interessi dell’artista. È nel corso di questo primo viaggio che, sulla strada che lo conduce da Venezia a Roma lungo le coste adriatiche, l’artista si ferma nella zona di Terni, deviando dalla rotta per visitare la celebre cascata delle Marmore. Le raffigurazioni della valle ternana compaiono infatti nel taccuino intitolato Ancona to Rome sketch book. Al foglio 58 V dei suoi appunti iniziano I disegni della cittadina di Narni e del paesaggio circostante; un numero consistente di schizzi è riservato al ponte di Augusto e al ponte medievale. I disegni della città sono sempre eseguiti dall’esterno delle mura. Turner appunta lo skyline, alcuni tratti della cinta muraria e la valle ai piedi del borgo. Sono opere veloci, probabilmente realizzate di getto mentre la carrozza attraversava la zona. I due ponti, per cui Narni era celebre, sono oggetto di diversi studi che li ritraggono da punti di vista differenti, isolati o inseriti in vedute più articolate.
Il percorso si snoda lungo due diversi itinerari che peraltro in taluni casi si intersecano tra loro.
Il “Turner tour “ una selezione di disegni d’autore che dal cuore del borgo accompagna il visitatore fino al Ponte di Augusto e alle Gole del Nera. L’altro, “Narni com’era”, caratterizzato da dipinti realizzati nel corso degli anni da pittori e disegnatori itineranti. Molti furono gli artisti che fecero visita alla città di Narni ai tempi del Grand tour. Tra questi, nomi famosi come Corot e Joseph Carabain e molti altri maestri italiani ed internazionali che, seppur meno conosciuti, hanno immortalato il loro sguardo sulla città. Tra questi : Deroy, Almeida, Stack e Gabolini.