Il Lions Club Narni, in collaborazione con l’Ente Corsa all’Anello, ha organizzato un importante convegno sui pittori “plenaristi “ nell’Umbria meridionale, svoltosi all’interno del museo di Palazzo Eroli di Narni, venerdì 26 aprile.
Il presidente del Club, Mauro Andretta ha avviato il convegno, indicando ai presenti, la volontà di portare avanti iniziative che possano fare sistema tra vari enti, locali, nazionali ed internazionali, allo scopo di far conoscere le eccellenze culturali del territorio e sostenerle, anche in un’ottica di incremento del turismo locale.
Il Lions Club Narni, in collaborazione con l’Ente Corsa all’Anello, ha organizzato un importante convegno sui pittori “plenaristi “ nell’Umbria meridionale, svoltosi all’interno del museo di Palazzo Eroli di Narni, venerdì 26 aprile.
Il presidente del Club, Mauro Andretta ha avviato il convegno, indicando ai presenti, la volontà di portare avanti iniziative che possano fare sistema tra vari enti, locali, nazionali ed internazionali, allo scopo di far conoscere le eccellenze culturali del territorio e sostenerle, anche in un’ottica di incremento del turismo locale. L’Assessore alla Cultura del Comune di Narni, Lorenzo Lucarelli ed il Presidente dell’Ente Corsa all’Anello, Federico Montesi, hanno risposto al suo appello, testimoniando un forte impegno nel promuovere eventi di valorizzazione della storia e cultura locale, ciascuno per le proprie compentenze, uniti in una rete che possa portare risultati soddisfacenti, per niente scontati .
Il convegno, moderato da Marco Matticari, membro del neonato Comitato Cultura della Corsa all’Anello, ha beneficiato degli interventi di due relatori d’eccezione, virtuosamente affiancati, per espressa volontà del presidente Andretta, in questa splendida occasione: Franco Passalacqua, quotato artista ed accademico di merito presso l’Accademia Belle Arti “ Pietro Vannucci” di Perugia e Paolo Cicchini, scrittore e critico d’arte.
Franco Passalacqua, ha ben illustrato il lavoro di quei pittori che tra ‘700 ed ‘800, iniziarono a dipingere dal vero, a diretto contatto con la natura, quindi al di fuori dei loro atelier. Davano così, un nuovo impulso alla pittura europea e dipingevano con tecniche particolari, spesso olio su carta, delle immagini quasi realistiche di evocativi paesaggi italiani, nei decenni precedenti all’utilizzo della fotografia. In particolare questi artisti erano attratti dalla luce intensa, dai colori e dal fascino che emanano tante vedute italiche, in cui la natura invade rovine di monumenti dell’antichità o ambienti naturalistici, come fiumi, cascate, laghi incastonati tra i monti, boschi rigogliosi, dolci colline, strette valli o spaventose pareti rocciose. Tra questi artisti, forse il più noto è Jean Baptiste Camille Corot ( Parigi, 1796-1875 ), che ci ha regalato tanti meravigliosi dipinti di vedute della valle del Nera, dal Ponte d’Augusto a Papigno. La sua è una ricerca volta a restituire l’emozione suscitata da tali vedute, resa con pennellate fluide ed un peculiare uso dei colori, della luce e delle forme, talvolta non eccessivamente nitide, ad amalgamare sapientemente i vari elementi del paesaggio. A coronamento del suo intervento, Passalacqua ha mostrato un breve e curato filmato, da lui ideato e diretto, su Corot ed il suo narrare il nostro paesaggio, attraverso le sue opere.
Successivamente, Paolo Cicchini, nel suo ricco ed appassionato intervento, ha passato in rassegna alcune opere, ritraenti sempre vedute del nostro territorio, realizzate da altri plenaristi, provenienti principalmente dall’Europa settentrionale, descrivendone minuziosamente la loro intenzione di cogliere sia la verità della natura che soprattutto, l’essenza emotiva del paesaggio. La sua relazione ha quindi posto un forte accento, sull’opportunità di rafforzare una identità dell’area dell’Umbria meridionale, riordinandone i confini, secondo una più appropriata considerazione delle connessioni storiche e culturali in senso lato.
Un’Umbria meridionale, accomunata da un’anima comune, che va oltre gli attuali confini regionali, ricca di storia, arte, archeologia, bellezze naturali e percorsi culturali da rimettere in connessione per rafforzarne il valore anche in termini turistici. Ecco allora che riscoprire l’arte dei plenaristi, diviene un privilegiato veicolo di valorizzazione culturale e promozione del nostro territorio.
In tal senso agisce quindi il mecenatismo illuminato di organizzazioni come i Lions Club, di concerto con altri enti e con le amministrazioni locali.